indivisa interezza
a cura di Giovanna Gammarota
26 MARZO – 30 APRILE 2022
PROROGATA FINO AL 10 GIUGNO 2022
Nel 2018 Chiara Arturo e Cristina Cusani, in seguito all’ennesima crisi migratoria scaturita dal “decreto sicurezza”, sentono l’esigenza di iniziare a interrogarsi – insieme – su quello in cui il Mediterraneo si sta trasformando e sui concetti di confine e attraversamento.
Attraverso 14 dittici e un’installazione site specific, la mostra racconta il cammino che ha condotto le due autrici lungo un tragitto divenuto testimonianza del crescente saldarsi di un connubio artistico che ha impresso via via alle opere realizzate nuovi orizzonti e nuovi significati. Lungi, infatti, dall’essere semplicemente la raffigurazione di una serie di similitudini formali, le immagini di Arturo e Cusani si affermano, invece, come testimonianza di una conversazione reale.
Ed è proprio il ‘profondo’ ad emergere in questa nuova edizione che Red Lab Gallery Lecce ospita della mostra, un profondo che possiamo intuire solo se prestiamo ascolto all’energia cosmica che muove un ordine implicito collocato in un luogo che non si manifesta.
CHIARA ARTURO
Nata a Ischia (NA) nel 1984.
Durante gli anni dell’università, in parallelo con gli studi in Architettura alla Federico II di Napoli, si concentra sulla fotografia come mezzo espressivo, con un particolare interesse per il paesaggio e lo spazio. Integra la sua formazione nel campo delle arti visive con workshop e seminari e inizia a partecipare ad alcune esposizioni collettive. Si laurea con lode con una tesi sperimentale in Landscape Urbanisme Cartografia Critica sulla contaminazione ambientale in Campania dal titolo “FAR WASTE: lettura della contaminazione ambientale in Campania per un recupero territoriale produttivo”. Inizia a lavorare come fotografa di architettura. Nel 2012 entra in LAB, il Laboratorio Irregolare di Antonio Biasiucci, una masterclass biennale focalizzata sulla ricerca personale e la fotografia d’autore che cambia radicalmente il suo approccio alla fotografia. Inizia un percorso di ricerca incentrato sulla percezione, la fragilità, l’insularità. Dalla fine del 2014 inizia a lavorare per alcuni anni come assistente per Antonio Biasiucci. Nell’autunno del 2016 si trasferisce in Veneto. Viene selezionata tra i 140 artisti campani per la collezione Imago Mundi Benetton Collection Campania e inizia alcune collaborazioni, tra cui quella con la Yellow Fish Art Gallery di Montréal (Canada) e lo Spazio Kromìa di Napoli. Per la ONG Cuamm di Padova, svolge un lavoro di documentazione sul loro lavoro sul campo in Tanzania, dopo essere stata con loro in Uganda nel 2015 come assistente di Biasiucci. Dall’estate 2017 è artista in scuderia della Galleria Heillandi di Lugano. A ottobre 2017 partecipa alla sua prima residenza artistica ai Bocs Art di Cosenza. Agli inizi del 2018 inizia un progetto collettivo sul Mediterraneo come luogo dell’attraversamento con Cristina Cusani, progetto che si evolverà nel 2019 con la partecipazione di molti altri artisti. Nella primavera 2018, dopo due anni in Veneto, torna a vivere a Napoli. Viene selezionata da Leica Camera Italia per una campagna fotografica sul capoluogo partenopeo e viene coinvolta dalla casa editrice artigiana Ilfilodipartenope per un librino d’artista. Nell’estate 2018 segue un workshop con Mathieu Bernard-Raymond. Nel 2019 viene selezionata per The Photo Solstice #2, Falìa AIR e una residenza al MACRO Asilo. Alla fine del 2019 si trasferisce in Toscana. Nel 2020 viene coinvolta nel progetto “Covisioni:”. Nel 2021 viene inserita tra i 222 artisti emergenti su cui investire dalla rivista Exibart ed è finalista al Premio Francesco Fabbri – sezione Fotografia Contemporanea.
Attualmente vive tra Pistoia, Napoli e l’Isola d’Ischia; lavora ai suoi progetti personali, su commissione, come docente e come assistente
CRISTINA CUSANI
Nata a Napoli nel 1984.
Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione all’università La Sapienza di Roma si dedica allo studio della fotografia prima all’University of the Arts, London College of Communication a Londra, successivamente all’Outside School a Roma e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Espone in alcune mostre collettive tra cui l’XI Premio Cairo a Milano. Nel 2012 segue il Laboratorio Irregolare, master class di due anni con Antonio Biasiucci da cui è nata la mostra itinerante Epifanie, esposta anche durante la XIII edizione del Fotografia – Festival Internazionale di Roma e al SIFest di Savignano sul Rubicone. Nel 2015 viene invitata per la residenza d’artista BoCs Art dove realizza due opere per il Bocs Art Museum di Cosenza. E’ finalista di importanti premi come il Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee e Un’opera per il Castello ed entra a far parte di alcune collezioni di arte contemporanea come Imago Mundi Art e Dimensione Fragile della Biblioteca Vallicelliana di Roma. Nel 2017 vince il Premio Sidicini per l’Arte Contemporanea e nel 2018 vince il Premio Residenza alla Fondazione Bevilacqua la Masa.
Nella sua ricerca artistica utilizza le esperienze quotidiane come punto di partenza per analizzare il significato dell’essere umani. Questa strada ha due direzioni: una intimista che riguarda l’identità e una che invece cerca di porre interrogativi su temi attuali in una chiave non documentaria ma analitica. In entrambi i casi lavora sul residuo, su quello che resta, la traccia, la memoria, la storia. Nei suoi progetti personali è molto importante il nesso tra pensiero e immagine: utilizza spesso la parola per accompagnare fotografie di memorie quotidiane in cui la finzione e la realtà s’incontrano, i significati cambiano, il passato e il presente diventano una cosa sola. Il risultato è un archeologia contemporanea dei trascorsi che, attraverso la ricerca delle radici, della famiglia, dell’identità, del passaggio e dell’abbandono arriva alla conoscenza del proprio essere. I lavori legati al filone più sociale e politico, sono invece opere concettuali leggibili su più livelli. L’obbiettivo in questo caso è quello di portare lo spettatore ad interrogarsi ponendo punti di vista nuovi e creando in chi guarda una reazione in equilibrio tra il riconoscimento e l’alienazione. La sua formazione è principalmente fotografica, ma non utilizza la fotografia in maniera pura, la sperimenta in tutto il suo potenziale. La sua ricerca infatti vuole andare oltre il mezzo utilizzato e per questo ha cominciato ad ampliare i suoi orizzonti artistici progettando anche opere/installazioni site-specific.
Attualmente vive e lavora tra Napoli e Roma.