Flavio Di Renzo,
Ancor prima di concludere gli studi decide di spostarsi a Milano, dove tuttora risiede e dove consegue il diploma di maturità presso il Liceo Artistico “Caravaggio”.
Dall’arte performativa alla danza, a Milano scopre e si appassiona alla fotografia, in cui ritrova il proprio linguaggio più autentico.
Tuttavia, è grande il sentimento che lo tiene legato al teatro. Da qui, la naturale passione per la fotografia di scena, sintesi tra proprio passato e presente. Tale connubio si concretizza nelle collaborazioni con il Conservatorio Giuseppe Verdi, con la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, ma anche con l’Accademia Nazionale di Danza a Roma e per il Teatro continuo di Burri.
A Milano completa la sua formazione presso l’Istituto Europeo del Design, dove, grazie al progetto fotografico “Tra Apparenza e Inganno”, risulta vincitore della borsa di studio per il master in fotografia avanzata curato da Silvia Lelli e Roberto Masotti.
Questo percorso in IED lo porterà a realizzare “In Equilibrio, sul Confine”, progetto esposto nella collettiva fotografica di IED master nel 2017 e pubblicato, nel marzo dello stesso anno, sulla rivista “Il Fotografo”. Tra le numerose esposizioni fotografiche che lo legano al capoluogo lombardo, anche la personale “Milano – L’Uomo e la Città – Expo 2015 – Riflessi”, a cura di Superstudio 13.
L’esperienza di fotografo risulta poi fondamentale per i lavori di grafica, direzione creativa nonché nell’ambito comunicazione.
Risultano fondamentali, in tal senso, gli impieghi presso “WAW collection”, con cui si inserisce al mondo del design district di Brera, ma anche: Showbees; un bagaglio di esperienze importanti in questo ambito risulta poi dalle collaborazioni per Ferrero, Disney, Colmar, Kinder, Estathé, Ferrari, MKTG, Dazn, TicTac, Giro d’Italia.
Il filo rosso che attraversa i suoi lavori artistici e non, è l’idea di voler restituire, attraverso il suo personale sguardo, un insieme di significati che trascendano la mera rappresentazione
del reale. Questa finalità è legata ad una propria rilettura dell’estetica romantica che viene trasposta in un’ottica del tutto contemporanea: La separazione tra natura e individuo è ora
frattura tra l’uomo e un mondo che lui stesso ha costruito, ma da cui viene ben presto tagliato fuori. Tale frattura però, vuole e può essere colmata attraverso il gesto dell’artista. L’ideazione
del progetto Slash Folder si inserisce in questa ricerca di dialogo.
“Abolisco la rappresentazione della realtà sostituendola con il pensiero. Proietto e produco visioni autonome seguite da un immaginario dai toni futuribili. La loro poetica è fatta di grandi spazi, incommensurabili estensioni temporali, situazioni che valicano le convenzionali barriere
morali. in tali immagini, diviene così aggiornata la dimensione del sublime di cui nella storia dell’arte la pittura romantica è permeata.”